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ico title sx Amministrative Teramo, il sindaco uscente D'Alberto: «Basta con i vecchi poteri» ico title dx

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C'è una cosa di cui il sindaco uscente è convinto: voler vincere per «non restituire Teramo in mani sbagliate»

Gianguido D’Alberto tenta il bis con tutta la sua squadra di assessori, perché secondo lui “Ora Teramo può”, può continuare ininterrottamente il percorso iniziato nel 2018 che ha sottratto la città «ai soliti nomi politici» e le ha restituito «quel colore che qualcuno vede grigio». Le idee le ha ben chiare il sindaco uscente di Teramo che intende andare avanti con i progetti e gli investimenti in cantiere e sottrarsi «a beghe e giochi politici».

Sindaco, da cosa intende iniziare o cosa intende portare avanti nel caso in cui dovessi essere riconfermato?

«Voglio portare avanti tutto ciò che abbiamo iniziato nel corso di questo mandato e portare a termine tutti gli investimenti messi in cantiere. Noi abbiamo reperito 240 milioni di euro di investimenti, non credo sia un lavoro da nulla. Puntiamo a completare il percorso di rigenerazione urbana, terminare i cantieri aperti. Dopo il Castello della Monica, restituito dignitosamente alla città di Teramo, dopo l’aggiudicazione dei lavori del mercato coperto, il progetto del nuovo Teatro della città, dopo il progetto del parco fluviale, dopo tutto questo vogliamo solo la possibilità di proseguire tutto ciò che è stato iniziato. C’è tanto in cantiere e per noi il 16 maggio sarà il giusto prolungamento».

Cosa risponde a chi la accusa invece di aver guidato un’amministrazione di totale immobilismo?

«Rispondo che è un’esternazione che fa sorridere perché è priva di consistenza. Abbiamo ereditato una città che aveva accumulato 17 milioni di euro di debiti, oggi ci sono 240 milioni di investimenti. Abbiamo riqualificato frazioni e borghi, abbiamo fatto un lavoro incredibile con la struttura del Ca.Fè a San Nicolò, come si può negare che quella sia stata una grande opera di recupero? Abbiamo risolto un’annosa situazione con la Team, la cui gestione ha permesso di classificare Teramo come il primo capoluogo di provincia in Italia per la raccolta differenziata. Abbiamo realizzato eventi, abbiamo realizzato iniziative. Che piacciano oppure no, non si può però dire che nulla è stato fatto. Il parco fluviale è diventato un punto attrattivo con la Fiera dell’Agricoltura lì dislocata. Poi c’è l’importante progetto della stazione, anche di questo si vuole dire che non abbiamo fatto nulla? Io penso che prima di fare certe esternazioni sarebbe meglio informarsi, a meno che non le si voglia fare tanto per».

Lei quindi è soddisfatto del lavoro suo e della squadra che corre interamente con lei, con tutti i suoi 9 assessori.

«Sì, siamo una buona squadra e abbiamo fatto un ottimo lavoro, così come sappiamo che abbiamo affrontato tante difficoltà, come la pandemia. Gli anni di amministrazione ordinaria sono stati tre. E vogliamo quindi dimostrare continuità sia riconfermando una squadra che ha fatto un lavoro straordinario, sia con tanti volti nuovi, molti dei quali sono giovani appassionati che non vedono l’ora di contribuire con noi alla crescita di Teramo».

E chi l’accusa di non aver presentato la relazione di fine mandato?

«La relazione c’è, basta leggerla».

Lei più volte ha detto di non voler permettere che Teramo cada di nuovo in mani sbagliate. Si riferisce ai nomi che ruotano attorno alla figura di Antonetti?

«Sì, mi riferisco a chi ha governato e per motivi personalistici e individualistici ha portato la città alla paralisi, facendo cadere la giunta Brucchi. Sono giochi di potere a cui non possiamo permettere di restituire Teramo. L’unico fine che guida queste persone è lo scambio di potere per il potere. Noi agiamo nel solo interesse dei cittadini, mai nessun interesse personale ci ha portato a generare una paralisi o una conseguenza negativa per Teramo».

Per quanto riguarda la Ruzzo Reti, lei tre giorni aveva divulgato un comunicato in cui dichiarava di voler votare per perseguire i suoi principi, che sostanzialmente si concretizzavano nel non voler riconfermare l’attuale e rinnovata gestione. Perché poi non si è presentato?

«Per lo stesso discorso di pochi istanti fa. Perché io voglio sottrarmi alle schermaglie politiche e alle operazioni senza confronto sui temi che realmente tutelano i cittadini. Continua così una gestione politica che ho denunciato più volte, i soli fini sono quelli politici».