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ico title sx Processo sui viadotti A24, la parola alle difese ico title dx

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Parola alle difese, nel processo a carico dei vertici di Strada dei Parchi per i quali l’accusa ha chiesto 22anni

Parola alle difese nella nuova udienza del rito abbreviato che si è tenuta ieri nell’aula Falcone e Borsellino del Tribunale di Teramo, sul processo attualmente in corso davanti al Giudice delle udienze preliminari Lorenzo Prudenzano, che riguarda la manutenzione e la sicurezza dei sette viadotti del tratto teramano della A24. Ore faticose in cui l’arringa della difesa ha dovuto essere convincente per contrastare la richiesta della Procura nella scorsa udienza di 22 anni per tutti gli 8 imputati. Nel dettaglio la Procura ha chiesto tre anni per sei di loro: Carlo Toto, imprenditore patron della Toto Holding che controlla Strada dei Parchi; l’ex amministratore delegato di SdP Cesare Ramadori; il direttore generale di esercizio Igino Lai; il direttore operativo Marco Carlo Rocchi; il direttore tecnico Gabriele Nati e l’ex responsabile della direzione tecnica Mario Bellesia. Due anni invece per gli ex amministratori delegati Sandro Capparucci e Roberto Zianna. Documento cardine del processo sarebbe la perizia richiesta dalla Procura al consulente Bernanrdino Chiaia che, se nel processo gemello a L’aquila è valsa a definire l’assoluzione perché il fatto non sussiste, non mettendo in discussione la sicurezza dei viadotti, farebbe invece emergere la responsabilità di Strada dei parchi e di conseguenza l’omessa manutenzione dei viadotti del tratto teramano, come sostenuto anche dall’avvocato Domenico Giordano, in rappresentanza di Cittadinanza Attiva ammessa come parte civile. La perizia è stata eseguita dallo stesso consulente tecnico ma con un approfondimento differente, dal momento che i quesiti della Procura di Teramo sono stati più stringenti. Non dovrebbe dunque costituire l’assoluzione nell’altro processo un precedente da temere per l’accusa. La Procura, nel fascicolo firmato dai pm Laura Colica e Silvia Scamurra, contesta a tutti le ipotesi di reato di inadempimento di contratti di pubbliche forniture e attentato alla sicurezza dei trasporti. Al centro dell’inchiesta ci sono le condizioni di sicurezza e manutenzione dei viadotti Casale San Nicola nel Comune di Isola del Gran Sasso, secondo la Procura ridotti in uno stato di grave degrado e ossidazione dei ferri dovuta anche a cedimento strutturale dei copriferri, Cretara, San Nicola 1 e 2, Le Grotte, Cerchiara, sempre insistenti sui territori di Isola e Colledara. Una situazione, secondo l’accusa, causata dalla totale inadempienza, a partire dal 2009, da parte della concessionaria autostradale degli obblighi di manutenzione ordinaria sulle opere.

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