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ico title sx Amministrative Civitella, il candidato a sindaco Sbranchella: «Voglio una Civitella partecipata» ico title dx

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Sull’esperienza politica del sindaco uscente Cristina Di Pietro afferma: «Anch’io so cosa devo fare»

È un professore, padre di tre bambini per i quali dice di voler creare qualcosa, un futuro a Civitella del Tronto, Andrea Sbranchella candidato a sindaco, che corre contro il primo cittadino veterano Cristina Di Pietro. La mancanza di una democrazia partecipata è ciò che lamenta il candidato e a cui con il suo eventuale mandato intenderebbe porre rimedio. Cosa la spinge a correre per la poltrona di primo cittadino? «Vorrei riportare a Civitella un aspetto per me molto importante: quello del confronto nel territorio che negli ultimi anni è mancato. Tra maggioranza e opposizione non c’è stato mai un autentico dialogo. Noi vogliamo offrire un miglioramento, e dico noi perché siamo io e la mia squadra, una squadra di persone libere nelle scelte, che non sono vincolate da alcun obbligo ma che giocano liberamente. L’idea che ci guida è quindi puntare sulla trasparenza e sulla partecipazione democratica alle scelte, ai valori imprescindibili per la res publica. Vogliamo garantire un metodo costruttivo e distante dagli antiquati sistemi che non ci rappresentano più». Il sindaco di Pietro però, nella sua intervista, sostiene che nel corso di questi anni siate sempre rimasti silenti e che vi siate interessati a manifestare certi argomenti solo a 3 mesi dalle elezioni. «Non è affatto vero, il sindaco dovrebbe ben ricordare che 5 anni fa si era palesata la possibilità della mia candidatura, fino a quando non è stata fatta, casualmente, sfumare. Quindi il fatto di presentarla in volata per questa tornata è stato in realtà strategico, per evitare che sfumasse di nuovo e per evitare di esporre i candidati e proteggerli, iper permettere loro di uscire allo scoperto in maniera serena». Quali sono i punti principali del suo programma? «L’obiettivo da raggiungere è la persona al centro della comunità. Vogliamo realizzare ciò che non è stato realizzato per il sociale: creare centri per gli anziani, creare incontri generazionali, creare una rete di servizio contro la solitudine e l’isolamento, garantire l’assistenza ai disabili, il ripristino di un centro diurno in uno dei locali dell’ente. Vogliamo far partire una lotteria sociale per destinare il ricavato alle famiglie in difficoltà, segnalate dai servizi sociali e incentivare una cassa sociale. Come città del turismo invece, la Di Pietro sostiene che ragioneranno su come sviluppare il settore ma a mio avviso è grave che dopo 10 anni di mandato ancora si debba ragionare. Vogliamo mettere in piedi convegni con l’università, creare una città dei bambini sull’esempio di Fano e ricreare una situazione urbanistica ragionata che possa contrastare lo spopolamento. Vogliamo creare un circuito integrato con tutti, anche con le frazioni proprio in virtù della democrazia partecipata di cui parliamo, comitati di frazione elettivi e assemblee pubbliche periodiche. Vogliamo coinvolgere tutti nelle scelte dell’amministrazione, garantire la diretta streaming, creare un consiglio comunale dei ragazzi per farli avvicinare alla vita politica, creare un ufficio relazioni con il pubblico per la semplificazione amministrativa». Che giudizio traccia del mandato Di Pietro? «Il nostro giudizio, sia da politici che da cittadini è molto condizionato dai questionari che abbiamo distribuito sul territorio sia cartacei che online, da cui si evincono una serie di criticità: dai lavori pubblici all’ambiente, alla sicurezza, al turismo, alle scuole, alla democrazia partecipata. Sulla socialità e il turismo è stata carente, nascondendosi dietro alla questione delle calamità. Così come è mancata l’attenzione alle frazioni». Come vede Civitella da oggi al 2028 nel caso in cui dovesse essere lei il nuovo sindaco in carica? «La vedo molto più partecipata, con la garanzia che non ci sarà una scelta presa dall’amministrazione che non sia condivisa e trasparente». Il sindaco ha dalla sua l’esperienza di 10 anni sulla poltrona di primo cittadino e, come sostenuto nella sua intervista, anche nei procedimenti che riguardano la ricostruzione e il PNRR. Cosa ne pensa? «Le rispondo con un richiamo a Esopo: credo sia sbagliato farsi belli con le piume del pavone. Anche noi sapremmo esattamente cosa fare se dovessimo insediarci, a parte qualche giorno di assestamento dopo il 16 maggio. Ho una squadra composta anche da ex amministratori e mi fido. Sapremmo aprire gli stessi identici faldoni che aprirebbe la Di Pietro, semplicemente con una visione diversa e senza avere necessariamente lustri di esperienza politica di famiglia alle spalle».