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ico title sx Amministrative Atri, il candidato a sindaco Alfonso Prosperi: «Vinceremo queste elezioni» ico title dx

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Su Ferretti non indora la pillola: «Vuole solo portare a termine le opere iniziate, non ha progetti»

Dieci anni come consigliere comunale di opposizione, capogruppo e segretario del PD sono il mix di esperienza per cui Alfonso Prosperi ha deciso di correre per la poltrona di sindaco di Atri, con la lista Alleanza Civica, mosso dall’idea di contrastare l’amministrazione di centrodestra uscente guidata dal sindaco Piergiorgio Ferretti. Prosperi non indora la pillola tracciando il bilancio del sindaco che «chiede di essere rieletto solo per completare le opere pubbliche avviate mancando di visione progettuale», come afferma lo stesso Prosperi. Cosa la spinge a candidarsi a sindaco? «L’occasione di servire la mia città, forte della mia esperienza amministrativa. Tanti mi hanno incoraggiato nella certezza che Atri ha bisogno di una svolta decisiva. Io sono stato per dieci anni consigliere comunale del PD all’opposizione anche come capogruppo e segretario. Ho lavorato perché si formasse una grande coalizione di tutte le forze che si oppongono a questa giunta di destra. Pochi ci credevano, ci siamo riusciti e l’Alleanza Civica per il futuro di Atri è ormai una forte realtà ed è la grande novità politica in quanto partiti e movimenti civici che la compongono, hanno fatto un passo indietro per dar vita ad essa e per dare una possibilità di rinnovamento. In questo contesto è stata proposta la mia candidatura a sindaco che ho accettato con piacere e entusiasmo». Quali sono i punti focali del suo programma elettorale? «Sinteticamente, posso affermare che le priorità su cui lavoreremo sono queste: in primis la creazione di nuova occasioni di lavoro soprattutto per i giovani; poi l’ospedale San Liberatore, dove io lavoro da oltre un trentennio come chirurgo, per riconquistare almeno i reparti e le prestazioni che avevamo prima del Covid che ci sono stati scippati. Qui devo dire che sono inutili e gravi le ammissioni e le promesse di “risarcimento” fatte dal Presidente Sospiri ad Atri. Gli atriani hanno capito ormai il giochetto elettoralistico e, questa volta non ci cascheranno; altro punto ancora è quello del turismo, per il quale non basterà certo la solita “politica degli eventi”, buona per una serata. Faremo una vera programmazione culturale, sportiva e del tempo libero, con il coinvolgimento delle varie associazioni che dovranno svolgere un nuovo ruolo attivo e promozionale con obiettivi riconosciuti, ma fuori da logiche discriminanti e clientelari come abbiamo visto fare da questa amministrazione. Lavoreremo su progetti turistici culturali qualificati anche in sinergia con i comuni limitrofi e costieri. Poi ancora il centro storico, per il quale occorre una strategia di promozione e qualificazione turistica, capace di sviluppare vera economia, attraverso politiche nuove di incentivazione dell’abitazione, del commercio, dell’offer ta t u - r istica, della utilizzazione del patrimonio immobiliare in maniera produttiva mantenendo i caratteri inviolabili del disegno urbano storico intercettando anche finanziamenti con progetti adeguati. Ma soprattutto vogliamo una svolta culturale, nel senso che dobbiamo pensare a un approccio politico e sociale diverso. Atri e la sua classe dirigente, i giovani, devono avere la forza, la capacità e l’ardire di proporsi, di saper e voler lottare per raggiungere gli scopi utili per la città con le forze della ragione, della progettazione e delle relazioni chiare e trasparenti con le istituzioni superiori quali la Provincia e la Regione. Che bilancio traccia del mandato dell’amministrazione uscente e in cosa il suo programma si differenzia? «L’Amministrazione uscente con un atteggiamento remissivo, compiacente e chiuso, ha di fatto isolato Atri, facendola scendere a una popolazione al di sotto dei 10.000 abitanti e relegandola a u n ruolo secondario provinciale e regionale. Poi ha consentito e non ha impedito, rinunciando alla lotta politica, che il nostro ospedale fosse retrocesso per numero di reparti e di personale. Infine, per brevità, basta dire che essa non è riuscita a progettare non solo opere e infrastrutture necessarie, ma manca di visione progettuale per il futuro. Infatti il Sindaco uscente chiede solo di essere rieletto per completare le opere pubbliche avviate. Atri ha bisogno di ben altro, ha bisogno di una svolta politica e programmatica». Come vede Atri nel 2028 nel caso in cui dovesse essere lei alla guida del comune? «Se gli atriani, come crediamo, avranno capito che c’è bisogno di questa svolta politico-amministrativa e ci daranno la possibilità di effettuarla, noi pensiamo di poter portare delle grandi novità come indicate nel nostro programma. Abbiamo la volontà e l’entusiasmo necessari per realizzare i nostri progetti, nella consapevolezza che questo sia il momento adatto. La città di Atri ora ne ha estremo bisogno per la sua rinascita. Noi vinceremo queste elezioni! Lo dico senza arroganza, perché sento intorno a me e alla coalizione, una forte spinta e richiesta di novità e progettualità per Atri. Il tutto sarà portato avanti con il massimo impegno confrontandoci con le nuove realtà e con tutto il territorio per fare in modo che Atri non continui ad andare alla deriva. Quindi, nel 2028, con me alla guida amministrativa, vedo Atri riprendere quel ruolo politico che ha sempre avuto nella Provincia, attraverso conquiste importanti quali infrastrutture valide (parcheggi, servizi vari alla città ecc.), Sanità Pubblica (Potenziamento Ospedale S. Liberatore), rivitalizzazione del centro storico e nuovo rapporto con le frazioni».