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ico title sx L'ultimo saluto a Roberta Fiano, investita martedì sera a Tortoreto ico title dx

Attualità
Cronaca

In chiesa anche Giuseppina, l'amica investita insieme a lei e sopravvissuta

È uno di quei saluti che non si immagina mai di dover fare, non così, non all’improvviso. È uno di quei saluti che fa riemergere i non detti, i rimorsi, i bei ricordi, le cose che si potevano fare e quelle che non sono state fatte. È stato questo il saluto, l’ultimo, che ieri amici e parenti hanno lasciato a Roberta Fiano, la 56enne uccisa a Tortoreto nella serata di martedì, investita da un furgone dell’Alba basket. C’era Roberto Ionni alla guida di quel furgone, dirigente sportivo che è stato poi fermato dai militari e arrestato perché trovato positivo all’alcol test. Amici e parenti stretti nel dolore, nella chiesa parrochiale di San Gabriele dell’Addolorata di Villa Rosa, uniti nel silenzio in ascolto dell’omelia di Don Alfonso Rosati. Tra tutti c’era anche Giuseppina Di Blasio, l’amica di Roberta che quella sera è stata travolta dallo stesso furgone ma per lei il destino in serbo è stato diverso. Giuseppina è sopravvissuta e si è recata al funerale su una sedia a rotelle, dopo due giorni di prognosi riservata in cui erano state diagnosticate fratture multiple e trauma cranico. Ha salutato la bara con il corpo di Roberta in lacrime, insieme alla sua compagna, presente anche lei in quella tragica sera. Avevano trascorso una giornata insieme, in compagnia anche del figlio di Roberta, e avevano poi cenato al ristorante Edo’s di Tortoreto Lido per festeggiare la fine di un periodo di convalescenza. Sono stati pochi gli attimi che hanno segnato per sempre le loro vite. Attimi che non si aspettavano, non dopo una bella serata, non in una strada a zona 30 in cui si erano fermate a chiacchierare sul ciglio della strada, prima che il mezzo guidato ad alta velocità le travolgesse in maniera fatale. Per Roberta quasi da subito non c’è stato più nulla da fare. Dopo i primi minuti in cui sembrava respirasse ancora, il suo cuore ha cessato definitivamente di battere. E ieri la chiesa si è riempita per lei, proprio per quel saluto che nessuno avrebbe mai pensato di dover lasciare.