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ico title sx Betafence, a rischio gli stipendi dei dipendenti ico title dx

Attualità
Lavoro

Per i sindacati con l'integrazione al 35% si rischiano stipendi da fame

Ancora dubbi e quesiti da chiarire all’esito del tavolo sindacale tecnico che si è tenuto martedì tra le sigle sindacali e i vertici della Preasidiad per la vertenza Betafence, dopo l’incontro saltato per la presa di posizione dell’assessore Pietro Quaresimale, che si è rifiutato di continuare a prendere parte a video conferenze pretendendo un incontro di persona. Quesiti dunque rimasti ancora irrisolti e  che si spera possano trovare maggiori risposte nel successivo incontro che dovrebbe aversi entro la prossima settimana ma che per il momento lasciano i sindacati con l’amaro in bocca. 35% dell’integrazione salariale è quello che ha proposto l’azienda, con l’avvicinarsi della scadenza degli ammortizzatori sociali, «proposta che non può assolutamente essere presa in considerazione perché stiamo parlando di 97 lavoratori che l’aziende tiene a casa e non fa lavorare, che percepirebbero in questo modo stipendi da fame ed è una cosa che non possiamo permettere», ha commentato Marco Boccanera, Fim Cisl. Il contratto di solidarietà attualmente vigente prevede l’integrazione salariale del 75%, integrazione che ha permesso finora ai lavoratori di poter avere una retribuzione dignitosa mentre «35% significa letteralmente stipendi da fame». Quello che lascia sul piede di guerra le sigle sindacali è «la contradditorietà delle dichiarazioni dei vertici della Praesidiad», vertici per di più che sono sempre diversi, «mai ci siamo confrontati con le stesse persone anzi, poco dopo aver chiuso un tavolo con qualcuno di loro, questi abbandonavano l’azienda. Con chi abbiamo paralato finora? L’unico che deve presentarsi qui è Dino Koutrouky, che per noi al momento è un fantasma». All’accusa mossa nell’incontro dai sindacati all’azienda, di puntare al depauperamento dello stabilimento, questa avrebbe risposto che sta puntando invece sul personale commerciale per reperire commesse, proprio con lo scopo di continuare a investire sullo stabilimento di Tortoreto. «Allora ho proposto loro, se è vero che stanno puntando su nuove commesse, di mantenere l’integrazione al 75% fino a ottobre, per poi diminuirla ma mai oltre il 50%, Non dovrebbe essere difficile accettare questa proposta se è vero come dicono che la ricerca di nuove commesse servirà per far ripartire lo stabilimento, ma ci credo poco. - ha continuato Boccanera - La verità è che loro puntavano a delocalizzare tutto in Polonia, forse pensavano ci fosse El Dorado ma gli è andata male». I sindacati sono ora in attesa del prossimo incontro con la Praesidiad che dovrebbe aversi entro la prossima settimana «ma una cosa è certa, noi non molliamo» ha concluso Boccanera.

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