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ico title sx L'ultimo saluto alla famiglia Vicentini ico title dx

Attualità
Cronaca

La basilica di Collemaggio gremita di amici e parenti uniti nel dolore

Non c’era il sole nel pomeriggio di ieri su Collemaggio ma c’erano centinaia di occhiali scuri che nascondevano gli occhi intrisi di lacrime e dolore. Quel dolore straziante che ha riunito amici e parenti di fronte alle quattro bare di Alessandra, Massimo, Carla e Carlo. Una famiglia intera commemorata nella basilica di Collemaggio tra i tanti «Non è possibile», «Ancora non posso crederci», «Non lo supereremo mai». Perché è questo che accompagnerà il racconto della tragedia che si è consumata mercoledì 29 marzo, quando nel cuore della notte l’ex primario di urologia di Teramo, Carlo Vicentini, ha deciso di uccidere la sua famiglia, i figli Alessandra e Massimo e la moglie Carla, per poi togliersi la vita nella villetta in cui vivevano a L’Aquila. Erano stati il cugino e il fratello di Carlo ad allertare le forze dell’ordine nel tentativo disperato di capire perché da oltre 36 ore non si avessero notizie di nessuno della famiglia. Stessi visi straziati dal dolore, gli stessi del pomeriggio di giovedì quando hanno superato la soglia della porta di casa Vicentini, seduti ieri tra le file della basilica di Collemaggio ma con una consapevolezza in più: è accaduto realmente e non c’è davvero più nulla da fare. Il figlio di Carlo, Massimo era nella squadra di hockey in carrozzina, i Mirmidoni Piceni che hanno partecipato ai funerali per lasciare l’ultimo saluto al loro compagno di squadra e alla famiglia, perché nonostante tutto loro li ricorderanno sempre come «un nucleo di energia buona che non può sparire, non deve sparire». I ragazzi hanno lasciato la sciarpa della squadra sulla bara di Massimo, insieme a una foto che li ritraeva tutti insieme. Da Teramo sono arrivati invece il direttore generale della Asl Maurizio Di Giosia, che si è lasciato andare allo sconforto, il consigliere del comune di Teramo Vincenzo Cipolletti, che con la voce rotta dal pianto aveva raccontato i suoi ricordi al mare con Carlo Vicentini, e il direttore della croce rossa Silvio Santicchia. Centinaia di persone, ognuna con un legame diverso verso ciascuna delle persone a cui ieri hanno portato l’ultimo saluto ma tutte con un sentire comune: «Non lo supereremo mai, una cosa del genere non la supereremo mai».