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ico title sx Purem di Castellalto, scioperano gli 80 lavoratori a rischio ico title dx

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Lavoro

I sindacati annunciano 'la marcia del Tubo' se la multinazionale diserterà l'incontro con la Regione

Otto ore di sciopero per ciascun turno di lavoro e un presidio davanti allo stabilimento. È solo l’inizio della battaglia portata avanti da sindacati, istituzioni e lavoratori della Purem di Castellalto, contro la multinazionale Purem by Eberspecher, che ha deciso di delocalizzare un’importante commessa dalla sede italiana a quella in Romania, mettendo così a rischio gli 80 lavoratori sia diretti che interinali, che rimangono all’oscuro delle intenzioni dell’azienda sul futuro dello stabilimento della Valle del tubo. Lo sciopero è stato indetto dalle Organizzazione Sindacali, unitamente alla RSA, a seguito del rifiuto della multinazionale tedesca di prendere parte al tavolo di confronto convocato dal Presidente della Provincia di Teramo, Camillo D’Angelo. Presenti nel presidio di ieri le Segreterie provinciali Fim Cisl e Fiom Cgil di Teramo, il Presidente della Provincia, l’Assessore regionale Pietro Quaresimale, il Consigliere regionale Dino Pepe, il sindaco Gianguido D’Alberto oltre ai lavoratori della Purem e di altre aziende della Valle del tubo. Il prossimo passo sarà della regione, attraverso la convocazione di un tavolo superiore. «Convocherò il tavolo con i vertici aziendali già nelle prossime ore per capirne le intenzioni» ha dichiarato Quaresimale. «La regione è vicina a tutti i lavoratori e farà il possibile per evitare che le decisioni della multinazionale possano riversarsi negativamente sui dipendenti». Un’operazione che si rende necessaria a causa dell’assenza di interlocuzioni da parte dei vertici aziendali. Anche la provincia continuerà la movimentazione a tutela dei lavoratori e dell’intero settore automotive e intende predisporre «un piano per garantire questo aiuto», ha dichiarato il presidente D’Angelo. «Il nostro timore si estende all’intero settore perché la Purem non è la sola azienda a soffrire. Vogliamo conoscere le intenzioni dei vertici perché è concepibile che l’azienda voglia tutelare i propri guadagni ma questo non può avvenire a scapito dei lavoratori». Il presidio e lo sciopero sono solo l’inizio della battaglia come sottolinea Marco Boccanera, Fim-Cisl, che manifesta l’intenzione di «continuare con 8 ore di sciopero di settore nel caso in cui l’azienda diserti anche il tavolo regionale, e una marcia che chiameremo ‘la marcia del Tubo’, sia per tutelare la Purem che per la tutela dell’intero settore automotive per cui siamo seriamente preoccupati. L’azienda ha ignorato i sindacati, ora tocca alle istituzioni che devono adottare un atteggiamento fermo e pretensivo». Al presidio hanno partecipato anche i delegati Fim-Cisl, Remo Blasi e Sandra Mecozzi, figure importanti nella vicenda Selta e la cui presenza «può essere un fattore di forza e solidarietà se si considera l’esito positivo di quella vicenda», ha concluso Boccanera. Il presidente D’Angelo si è detto motivato alla istituzione del tavolo regionale nel territorio provinciale ma probabilmente gli incontri ufficiali potranno tenersi solo nella sede regionale di Pescara, come sottolinea Quaresimale.

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