martedì 24 settembre 2024     +39.347.3268683     redazione@iltrafiletto.it
Il Trafiletto notizie su Teramo e Abruzzo in tempo reale

ico title sx Il DUP accende il penultimo consiglio comunale della giunta D'Alberto ico title dx

Attualità
Politica

173 milioni di euro di investimenti ma per Corona si tratta di un libro dei sogni

Acceso come tutti i consigli comunali quello che si è tenuto ieri a Teramo, il penultimo di questa legislatura in cui è approdato il D.U.P., il Documento Unico di Programmazione 2023/25. Documento che l’assessore Stefania Di Padova rivendica con orgoglio per le opere compiute e per quelle finanziate: parliamo di importi pari a 173 milioni di euro. «Una nuova visione della città» è lo slogan che può essere racchiuso nel D.U.P., poiché, spiega la Di Padova, «tanto è stato fatto in termini di programmazione e tante  sono le cose realizzate. Tutto conduce inevitabilmente a una nuova visione della città che siamo in grado di fornire ai cittadini sia grazie alle risorse del PNRR, sia grazie ai fondi commissariali e sia grazie ai fondi stanziati personalmente dal comune». Non è molto soddisfatto tuttavia della spiegazione riguardo alla provenienza di questi fondi il consigliere di opposizione di Oltre, Luca Corona che vorrebbe sapere «quanto viene effettivamente dal PNRR, quanto dalle casse comunali e quanto ancora dai mutui contratti dal comune», poiché a suo dire si va sì verso una nuova visione della città ma «una visione di indebitamento» che rende in realtà il D.U.P. un «libro dei sogni più che un documento concreto». Per la Di Padova tuttavia non ci sono dubbi, il comune partiva «da un bilancio con una importante anticipazione di cassa che abbiamo eliminato. Siamo riusciti a riequilibrare il bilancio e a ottenere interventi importanti». L’opera che rivendica con fermezza l’assessore è la scuola Carlo Febo, un progetto inequivocabile e incontestabile che «smentisce l’idea del D.U.P. come libro dei sogni contestata dal consigliere Corona». L’assessore pone anche il visto sul progetto del Teatro comunale, sul progetto del mercato coperto, sulla riqualificazione delle periferie, sull’arrivo del primo lotto del parco fluviale, sugli asfalti per cui sono stati spesi oltre 5milioni di euro, che «sarebbero stati sufficienti per l’ordinaria manutenzione mentre noi abbiamo dovuto occuparci della straordinaria». Ciò ha fatto sì che non si vedessero lapalessiani risultati. «Ci saranno altre risorse da destinare ai borghi, ai luoghi di aggregazione per ridare una vita storica e architettonica alle piazze e ai luoghi di inclusione». Ma il consigliere Corona non è convinto e come cittadino sembra non vedere tutto quello che viene enunciato, sembra non vedere «gli investimenti fatti nelle frazioni che in realtà risultano abbandonate», mentre vede chiaramente «scuole non sicure, il palazzo della città, sede del consiglio comunale ancora puntellato, impianti sportivi abbandonati come il campo di Piano della Lenta. Per non parlare del fatto che molte opere sono datate 2026». Un onore al merito però il consigliere lo riconosce, menzionando l’operato dell’assessore Valdo Di Bonaventura per l’impegno profuso per il verde pubblico ma «sicuramente non come descritto nel D.U.P.». La Di Padova ricorda il momento in cui la giunta si è insediata, reduce dal sisma, che ha attraversato il periodo pandemico e il documento presentato in consiglio è un sunto proprio di tutti questi 5 anni. «Molti lavori sono stati possibili grazie ai finanziamenti intercettati dalla professionalità degli uffici tecnici, di questo ne dobbiamo dare atto». Tra le cose in arrivo si annovera anche il Piano Industriale della TeAm, che essendo atto terzo viene disciplinato nelle sue linee guida dal D.U.P. ma poi approvato a parte, in quello che sarà l’ultimo consiglio di questa amministrazione. Proprio riguardo alla raccolta differenziata interviene ulteriormente il consigliere che discute come nella zona di Putignano i residenti siano «costretti a portare i rifiuti nell’isola ecologica di Piano della Lenta». Da ultimo sollecita l’attenzione sul campetto di Colleatterrato, sul canile comunale per cui ancora non c’è il bando e poi l’ipogeo, che dovrebbe rappresentare la vetrina della città. Sorretto nella sua arringa dagli altri consiglieri tra cui Marco Cozzi che descrive il D.U.P. come una semplice ripetizione di atti e fatti, tesi avvalorata dalle numerose conferenze stampa che a suo dire vengono indette quotidianamente solo per diffondere annunci basati sulle intenzioni ma nessuna attesta il raggiungimento di un’opera concreta. Ricorda al riguardo l’ex mercato coperto che «da anni viene nominato, dovevano iniziare i lavori ma ancora tutto tace e nulla è stato fatto». Quello presentato oggi resta ad ogni modo la firma dei 5 anni di giunta D’Alberto e per l’amministrazione non si tratta di libro dei sogni ma di documento concreto che porta Teramo verso una nuova visione strutturale del vivere la città.  

Galleria