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ico title sx Castrogno. Tenta di togliersi la vita in cella, viene salvata dalle agenti di Polizia Penitenziaria ico title dx

Attualità
Cronaca

La donna aveva tentato di impiccarsi con il lenzuolo

Nella notte tra lunedì e martedì, una detenuta di etnia ROM ha tentato di impiccarsi alle sbarre della finestra della propria cella, per motivi personali ancora da accertare da parte del presidio psichiatrico di istituto che ha in carico la detenuta. Sono intervenute le agenti di Polizia Penitenziaria che, allarmate dallo spostamento dello sgabello dal quale la detenuta si era lasciata cadere appesa per il collo con un lenzuolo, hanno salvato tempestivamente la donna. L'episodio fa ancora una volta riemergere il problema delle condizioni lavorative in cui il personale di Polizia è costretto ad operare all'interno dell'istituto teramano. Condizioni proibitive e massacranti, come si legge nella nota diffusa dal sindacato Si.N.A.P.Pe, personale al collasso per la grave carenza organica e innumerevoli defezioni legate inevitabilmente ad orari ed ambiente lavorativo divenuti insostenibili. Il rischio attuale è che interventi di salvataggio come quello operato stanotte non siano sempre possibili perché rimessi troppo spesso all'abilità individuale e fortunosa degli agenti, piuttosto che garantiti da un’organizzazione del Corpo di Polizia Penitenziaria efficace ed efficiente. I numeri parlano di una carenza di oltre 50 agenti di Polizia ed il tasso di sovraffollamento continua a crescere giorno dopo giorno: a fronte di una capienza massima di 255 detenuti, ne sono ristretti attualmente 427 di cui una larga parte con gravi problemi psichiatrici, con aumento esponenziale di casi che richiedono continui interventi della Polizia Penitenziaria. Questa discrepanza tra sottorganico di Polizia e sovrannumero di detenuti mina la salute psicofisica degli agenti i quali dovendo lavorare alle presenti condizioni, per nulla tutelati dall'ordinamento penitenziario, incorrono nel costante pericolo di ritrovarsi sotto inchiesta anche per una presunta omissione di soccorso come d'altronde sarebbe potuto accadere laddove, in questo episodio, le uniche 2 agenti intente a sorvegliare un intero reparto detentivo non si fossero accorte di quel minimo rumore.
La segreteria provinciale del Si.N.A.P.Pe si congratula «con le poliziotte intervenute riuscendo a salvare una vita umana e ci auguriamo che vengano premiate con un riconoscimento ufficiale».

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